Abbiamo intervistato lo sviluppatore di iKlok. Eccovi le risposte alle domande:

  • Parlaci un pò di te. Chi sei? Ho 31 anni, mi sono laureato in scenografia all’Accademia di Belle Arti. Sono da sempre appassionato di informatica, ho cominciato da giovanissimo programmando in basic su C64. In seguito ho trascurato la programmazione in favore della computer grafica, settore al quale ancora mi interesso, per tornare alla programmazione dopo gli studi. Da qualche anno ho una società di web design e programmazione con un amico e sono affascinato da tutto ciò che è tecnologico.
  • Applicazioni Create? iKlok è la mia prima applicazione per iPhone, è nata come esperimento per prendere confidenza con Objective-C, OpenGL ES e con l’iPhone stesso. Una volta iniziata ho pensato valesse la pena portarla a termine nel migliore dei modi. Non mi aspettavo avrebbe avuto tanto successo e posso solo esserne contento.
  • Cosa ti ha spinto a Programmare per iPhone? Devo essere sincero, in principio pensavo che l’iPhone fosse tutto fumo e niente arrosto. Un PDA come molti altri ma supportato dal potente marketing Apple. In seguito ho avuto modo di provarlo e mi sono dovuto ricredere, ha molte funzioni che già sono presenti in altre periferiche, ma il tutto è più omogeneo e funzionale. Quello che intendo dire è che in molti altri palmari sono aggiunte delle caratteristiche, che sono forzate e risultano superflue. Su iPhone sono funzionali e integrate nel telefono perfettamente. Viene naturale per uno sviluppatore farne uso, cosa difficile su altre piattaforme frammentate da centinaia di modelli, ognuno con specifiche diverse.
  • Hai in previsione Nuove Applicazioni? Si, sicuramente, ho già alcune idee. Al momento, però, la priorità è perfezionare iKlok, ha ancora alcuni bugs da risolvere e angoli da smussare. Quando sarà perfettamente funzionante, mi dedicherò a sviluppare le altre idee.
  • Si guadagna effettivamente programmando Applicazioni? Difficile a dirsi, la mia esperienza con l’App Store è di solo un mese. Penso comunque che se preso come un lavoro a tempo pieno, ci si possa vivere, ovviamente è un genere di attività rischiosa. Apple ha reso l’acquisto di software un fatto impulsivo, quindi le vendite sono molto influenzate da fatti esterni o da mode. Se invece si pensa di fare il colpaccio, con l’applicazione fatta in 2 settimane, per poi vivere di rendita, ne dubito. C’è chi è riuscito in imprese del genere, come c’è chi vince al SuperEnalotto.
  • Per chi volesse iniziare a programmare per iPhone, che consigli dai? Uno su tutti, partite da un progetto non troppo ambizioso ma che possiate portare a termine in tempi relativamente brevi. Arrivare in fondo ad un progetto, vederlo pubblicato, vi darà lo stimolo necessario per continuare. Trovo invece controproducente esordire con progetti faraonici che alla resa dei conti non si riescono a completare ricavandone solo frustrazione e finendo per rinunciare.

Un sentito ringraziamento a Federico Musante, che ci ha permesso questa Intervista.

iKlok

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Brando Mattioli

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