Ecco un applicazione che non dovrebbe mancare nel vostro computer se siete dotati di un hardware performante: si chiama Oracle VirtualBox e, per metterla in soldoni, permette di creare un’altro computer dentro il vostro: una macchina virtuale.

Gli orizzonti che apre questo programma sono decisamente vasti: grazie a VirtualBox, che è scaricabile gratuitamente con licenza per uso personale, si può ad esempio creare una macchina con un’installazione completa di Linux dentro a Windows, senza dover riavviare il computer per cambiare sistema operativo, beneficiando di entrambi gli OS, essendo che vengono eseguiti contemporaneamente.

Questo tipo di tecnologia, chiamato virtualizzazione non è qualcosa di nuovo sotto i riflettori: già dagli ultimi anni ’90 esisteva infatti per i Macintosh con processore PowerPC un’applicazione chiamata VirtualPC che permetteva di eseguire un sistema Windows 98 o 2000 dal proprio MacOS (che all’epoca era qualcosa tra il 7.5 e il 9.1). Famoso è anche il caso di Q, basato sul pacchetto disponibile per Linux qemu, la cui funzionalità era fondamentalmente la stessa, solo che si trattava di un software scritto con COCOA (e quindi per OSX) e mirato ai Macintosh più performanti, vista la sua alta richiesta a causa delle differenze di architettura tra PPC e x86.

Per i più audaci, si può ancora provare a cercare nelle profondità del web qualche rimasuglio di questi software e soddisfare la propria curiosità.

Ma torniamo a Virtualbox: un altro degli aspetti interessanti di questo programma è la possibilità di passare da macchina fisica a virtuale, ma soprattutto da macchina virtuale a macchina fisica.

Quando viene creata una macchina virtuale, infatti, VirtualBox trasferisce a questa tutte le caratteristiche hardware della vostra macchina, permettendovi di tutte le prove necessarie su (o di) un sistema operativo senza rischiare un costoso HDD, e poi in caso copiare il disco virtuale in un disco fisico con un comando come dd.

Ci sono almeno altri due aspetti interessanti da considerare: il primo riguarda la comunicazione tra la macchina virtuale e il resto del “mondo”: si possono infatti forwardare le porte della macchina virtuale in modo da poterla utilizzare come server, senza rischiare pericolose intrusioni all’interno del proprio computer, e si può anche assumerne il controllo tramite un VNC già integrato in VirtualBox.

L’altro aspetto riguarda la tecnologia di gestione degli Hard Disk: quando voi create un disco per VirtualBox, il programma vi chiede quanto spazio vogliate dedicare al massimo a quel disco: VirtualBox estenderà le dimensioni di questo disco in base alle vostre esigenze, in modo che se volete dotare la vostra macchina virtuale di un disco da 80 GB non dobbiate consumare tutto lo spazio da subito.

Per concludere, una breve nota sui requisiti di sistema: In sé, VirtualBox non ha particolari requisiti, ma tenete bene a mente che si sta pur sempre trattando di eseguire due sistemi operativi all’interno dello stesso computer, e che quindi dovete avere le risorse per permettervelo.

Buona serata,

The Sign Painter

VirtualBox: Il computer dentro il computer

Branzilla (Brando)

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